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Il Consiglio di Amministrazione di Eni ha approvato i risultati consolidati dell’esercizio e del quarto trimestre 2022.

L’utile operativo adjusted di gruppo nell’esercizio 2022 di 20,4 miliardi di euro è raddoppiato rispetto al 2021 riflette l’eccellente andamento dei settori E&P, GGP e del business R&M.
E&P ha conseguito un incremento di EBIT di oltre il 70% a 16,4 miliardi di euro grazie all’elevato grado di leva operativa rispetto allo scenario delle materie prime. GGP invece ha realizzato un EBIT di 2,1 miliardi di euro, provvedendo alla sostituzione di gas russo con gas equity o da paesi ove operiamo ed assicurandola continua ottimizzazione del portafoglio gas e GNL in un contesto di offerta insufficiente, garantendo stabilità e sicurezza degli approvvigionamenti per i clienti e la gestione dei rischi finanziari.
R&M ha ottenuto il migliore risultato di sempre con un EBIT di 2,2 miliardi di euro, rispetto a un risultato in pareggio nel 2021, grazie alla disponibilità degli impianti e all’ottimizzazione dei prodotti cogliendo le opportunità della ripresa dello scenario di raffinazione, mentre le misure di efficienza hanno attenuato l’impatto dell’incremento dei costi energetici.
Plenitude ha raggiunto gli obiettivi operativi e finanziari del 2022 con un EBIT di 0,34 miliardi di euro e una capacità rinnovabile di 2,2 GW, nonostante lo sfidante scenario di mercato. Versalis ha operato in un contesto fortemente competitivo e con una domanda di mercato debole, con l’ulteriore aggravio dei costi energetici indicizzati al prezzo del gas, chiudendo l’anno con una perdita di 0,25 miliardi di euro.

L’utile netto adjusted di competenza degli azionisti Eni per l’esercizio 2022 di 13,3 miliardi di euro è aumentato di 9 miliardi di euro rispetto all’esercizio 2021 grazie agli eccellenti risultati della gestione industriale e al notevole contributo delle partecipate valutate con il metodo del patrimonio.

L’utile netto di competenza degli azionisti Eni per l’esercizio 2022 è stato pari a 13,8 miliardi di euro evidenziando un notevole incremento rispetto all’esercizio 2021 dovuto al miglioramento della gestione industriale, attenuato da minori proventi straordinari netti relativi principalmente alla valutazione delle scorte. Nel 2022 gli oneri straordinari hanno riguardato principalmente accantonamenti ambientali e di bonifica per 2 miliardi di euro, di cui 0,3 miliardi di euro di accantonamenti al fondo smantellamento di alcuni impianti e strutture ausiliarie di raffinazione, svalutazioni di attività per 1,1 miliardi di euro relative a proprietà oil e gas e impianti chimici, imposte straordinarie sui profitti delle imprese energetiche a titolo di contributi solidaristici pari a 1,7 miliardi di euro, di cui 1 miliardi di euro pagato nel 2022. Tali oneri sono stati compensati da plusvalenze di 2,5 miliardi di euro relative all’operazione Azule e di 0,4 miliardi di euro relativi al collocamento in borsa di un’interessenza nella collegata Vår Energi e dalla rilevazione di imposte differite attive di 1,6 miliardi di euro.

L’EBIT adjusted di gruppo del quarto trimestre 2022 è stato pari a 3,6 miliardi di euro, con una flessione di 0,2 miliardi di euro rispetto al corrispondente trimestre 2021 per effetto della riclassifica di Azule Energy nelle partecipazioni, della minore produzione di idrocarburi e dei proventi one-off 2021 di GGP, in parte compensati dal robusto andamento dell’attività R&M.

L’utile netto adjusted di competenza degli azionisti Eni del quarto trimestre 2022 è stato pari a 2,5 miliardi di euro, registrando un aumento di quasi il 50% rispetto al corrispondente periodo 2021, quindi un incremento di 0,8 miliardi di euro, per effetto dei maggiori risultati delle società valutate al patrimonio netto che riflette in parte l’avvio dalla JV Azule, più che compensando il minore risultato operativo.

L’utile netto di competenza degli azionisti Eni del quarto trimestre 2022 di 550 milioni di euro è stato ridotto per effetto del fair value dei derivati sulle materie prime per 1,1 miliardo di euro, delle svalutazioni di attività per 0,9 miliardi di euro e dalla rilevazione di imposte straordinarie a titolo di contributo solidaristico di €0,7 mld, in parte compensato dallo stanziamento di imposte differite attive di €1,6 mld. Tutte queste voci sono state classificate come special item.

Nel quarto trimestre 2022 il flusso di cassa operativo adjusted del Gruppo prima del capitale circolante al costo di rimpiazzo è stato di 4,1 miliardi di euro. Su base annua ha raggiunto 20,4 miliardi di euro, al netto di 8,5 miliardi di euro di imposte pagate, con un incremento del 60% rispetto al 2021: dopo aver finanziato gli investimenti organici di 8,2 miliardi di euro, cresciuti del 42% per effetto del rafforzamento del dollaro USA e della programmata ripresa delle attività di progetto post-lockdown, e la copertura del fabbisogno di capitale circolante, il Gruppo ha conseguito un free cash flow organico di 12,8 miliardi di euro, che sono stati impiegati per finanziare la manovra di portafoglio, ridurre l’indebitamento finanziario netto di 2 miliardi di euro e remunerare gli azionisti con 5,4 miliardi di eurod mediante il pagamento dei dividendi e il riacquisto di azioni proprie.

Esaminando i risultati, Claudio Descalzi, AD di Eni, ha commentato: “Nel 2022 ci siamo fortemente impegnati non solo nel progredire nei nostri obiettivi di sostenibilità ambientale, ma anche nel garantire la sicurezza energetica all’Italia e quindi all’Europa, costruendo una diversificazione geografica e delle fonti energetiche.  I risultati operativi e finanziari che abbiamo raggiunto sono stati eccellenti, così come la capacità di garantire in tempi rapidi forniture stabili all’Italia e all’Europa e il progresso nei piani di decarbonizzazione. Durante l’anno abbiamo concluso una serie di accordi e di attività per rimpiazzare in modo definitivo il gas russo entro il 2025, potendo contare sulle nostre solide relazioni con i paesi produttori e sul nostro modello di sviluppo accelerato, che ci consentiranno di incrementare i flussi di gas da Algeria, Egitto, Mozambico, Congo e Qatar. L’ultima operazione con la società di stato libica NOC per lo sviluppo del progetto “Strutture A&E” e i recenti successi esplorativi nelle acque di Cipro, Egitto e Norvegia andranno a rafforzare la diversificazione geografica della nostra catena integrata di forniture. Questa pronta reazione alla crisi del gas e l’integrazione con le attività upstream sono stati un importante fattore alla base dei risultati del settore GGP, in grado di onorare gli impegni di vendita diversificando le fonti. Plenitude ha raggiunto 2,2 GW di capacità rinnovabile, il doppio dello scorso anno, e sarà affiancata dalla neo costituita Eni Sustainable Mobility nel portare avanti il piano di azzeramento delle emissioni dei clienti. Questo veicolo, facendo leva sulla forte presenza nel settore dei biocarburanti, offrirà soluzioni per una mobilità sempre più decarbonizzata ai clienti in Italia e in Europa.  In un contesto di mercato favorevole, i risultati 2022 sono stati sostenuti dalla disciplina finanziaria e dal controllo dei costi, dall’efficacia operativa e dall’attenta gestione dei rischi derivanti dalla volatilità dei prezzi e dalla carenza di offerta. La forte generazione di cassa organica con un flusso di €20,4 mld ci ha permesso di finanziare gli investimenti e la crescita, di ridurre il rapporto di indebitamento al minimo storico di 0,13 e di remunerare gli azionisti con 5,4 miliardi di euro attraverso i dividendi e l’esecuzione di un programma accelerato di riacquisto delle azioni proprie. Le nostre priorità strategiche restano confermate: continueremo a investire per assicurare la stabilità e regolarità delle forniture per soddisfare il fabbisogno energetico e per decarbonizzare le nostre attività e l’offerta ai clienti, mantenendo la disciplina finanziaria indispensabile per garantire ritorni attrattivi agli azionisti.”

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