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Analogamente ai principali partner europei, per l’Italia si prevede una marcata contrazione del Pil nel 2020 e una ripresa parziale nel 2021.

Nell’anno corrente la caduta del Pil sarà determinata prevalentemente dalla domanda interna al netto delle scorte; anche l’apporto della domanda estera netta e della variazione delle scorte risulterebbero negativi. Nel 2021, il contributo della domanda interna tornerebbe positivo, cosi come quello della domanda estera netta mentre le scorte fornirebbero un marginale contributo negativo.

Nel biennio di previsione, l’evoluzione in termini reali della spesa delle famiglie e delle ISP e quella degli investimenti registrerebbero una forte contrazione nell’anno corrente con un incremento del 4,5% e del 6,2% nel 2021; la spesa delle AP aumenterebbe con intensità differenziate nei due anni.

L’evoluzione dell’input di lavoro, misurato in termini di ULA, seguirebbe quella del Pil, con un’ampia riduzione nel 2020 (-10,0%) e una ripresa parziale nel 2021. L’andamento del mercato del lavoro risentirebbe del processo di ricomposizione tra disoccupati e inattivi oltre che della progressiva normalizzazione dei provvedimenti a sostegno dell’occupazione. Nell’anno corrente il tasso di disoccupazione diminuirebbe per poi tornare a crescere nel 2021.

L’andamento del deflatore della spesa delle famiglie residenti è atteso rimanere stabile nell’anno corrente per poi mostrare una moderata crescita nel 2021.

L’attuale quadro previsivo risulta fortemente condizionato dall’evoluzione dell’emergenza sanitaria e dalla disponibilità e dalla tempistica di somministrazione del vaccino. Allo stesso tempo la definizione delle misure legate al Recovery and Resilience Facility Program potrebbero rappresentare un ulteriore e robusto stimolo agli investimenti.

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