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Secondo le stime preliminari, nel mese di settembre 2022 l’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività registra un aumento dello 0,3% su base mensile e dell’8,9% su base annua.

L’ulteriore accelerazione dell’inflazione su base tendenziale si deve soprattutto ai prezzi dei beni alimentari sia lavorati sia non lavorati e a quelli dei servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona. Contribuiscono, in misura minore, anche i prezzi dei beni non durevoli e dei beni semidurevoli. Pur rallentando di poco, continuano a crescere in misura molto ampia, i prezzi dei beni energetici sia regolamentati sia non regolamentati; decelerano anche i prezzi dei servizi relativi ai trasporti.

L’inflazione di fondo, al netto degli energetici e degli alimentari freschi, accelera da +4,4% a +5% e quella al netto dei soli beni energetici da +5% a +5,5%.

Su base annua accelerano i prezzi dei beni, mentre è sostanzialmente stabile la crescita di quelli dei servizi; si amplia, quindi, il differenziale inflazionistico negativo tra questi ultimi e i prezzi dei beni.

Accelerano i prezzi dei beni alimentari, per la cura della casa e della persona e quelli dei prodotti ad alta frequenza d’acquisto.

L’aumento congiunturale dell’indice generale è dovuto prevalentemente ai prezzi dei beni alimentari non lavorati, dei beni semidurevoli, degli alimentari lavorati e dei beni durevoli ed è in parte frenato dal calo dei prezzi dei servizi relativi ai trasporti.

L’inflazione acquisita per il 2022 è pari a +7,1% per l’indice generale e a +3,6% per la componente di fondo.

Secondo le stime preliminari, l’indice armonizzato dei prezzi al consumo aumenta dell’1,7% su base mensile, anche per effetto della fine dei saldi estivi di cui il NIC non tiene conto, e del 9,5% su base annua.

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