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Il Pil italiano è atteso crescere a ritmi ancora sostenuti nel 2022 per poi rallentare significativamente nel 2023.

Nel biennio di previsione, l’aumento del Pil verrebbe sostenuto dal contributo della domanda interna al netto delle scorte mentre la domanda estera netta fornirebbe un apporto negativo in entrambi gli anni. Nel 2022 le scorte dovrebbero fornire un marginale contributo positivo +0,2 punti percentuali a cui ne seguirebbe uno nullo nel 2023.

I consumi delle famiglie residenti e delle ISP registreranno una evoluzione in linea con l’andamento dell’attività economica, segnando un deciso aumento nel 2022 cui seguirà un rallentamento nell’anno successivo. Gli investimenti sono attesi rappresentare l’elemento di traino dell’economia italiana sia nell’anno corrente sia, in misura più contenuta, nel 2023.

Nel biennio di previsione l’occupazione, misurata in termini di ULA, segnerà una crescita superiore a quella del Pil con un aumento più accentuato nel 2022 rispetto a quello del 2023. Il miglioramento dell’occupazione si accompagnerà a quello del tasso di disoccupazione che scenderà sensibilmente quest’anno per poi registrare un lieve rialzo nel 2023.

La prolungata fase di crescita dei prezzi, sostenuta dall’eccezionale aumento di quelli dei beni energetici, è attesa riflettersi sull’andamento del deflatore della spesa delle famiglie residenti sia nell’anno corrente sia, in misura più contenuta, nel 2023.

Lo scenario previsivo è caratterizzato da ipotesi particolarmente favorevoli sul percorso di riduzione dei prezzi nei prossimi mesi e sulla completa attuazione del piano di investimenti pubblici previsti per il prossimo anno.

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