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Approvati dal Consiglio di Amministrazione di De’ Longhi SpA i risultati consolidati dei primi nove mesi del 2022, periodo in cui i ricavi si sono attestati a 2.128,7 milioni di euro, in calo dell’1%, e l’adjusted Ebitda è stato pari a 212 milioni di euro, pari al 10% dei ricavi. L’utile netto è stato pari a 99,4 milioni di euro, pari al 4,7% dei ricavi.
Nel terzo trimestre il Gruppo ha realizzato ricavi per 683,8 milioni di euro, in calo del 4,7% e un adjusted Ebitda di 62,9 milioni di euro, pari al 9,2% dei ricavi.
Al 30 settembre 2022, la posizione finanziaria netta di Gruppo è risultata positiva per 28,8 milioni di euro, in contrazione rispetto a 425,1 milioni di euro di fine 2021, dopo investimenti per 126,5 milioni e dividendi distribuiti per 124,5 milioni di euro.

I primi nove mesi del 2022 hanno evidenziato un andamento del fatturato sostanzialmente in linea con l’anno precedente, sostenuti tuttavia da un importante effetto valutario positivo, mentre i volumi hanno mostrato un progressivo rallentamento, penalizzati dal difficile contesto macroeconomico.
Questo contesto, aggravatosi con lo scoppio del conflitto russo-ucraino, ha minato la fiducia dei mercati e dei consumatori soprattutto in Europa e presenta ancora oggi elementi che sono destinati, con tutta probabilità, a perdurare nei prossimi mesi.
Le aziende del settore negli ultimi trimestri hanno dovuto affrontare crescenti complessità, quali le pressioni inflazionistiche sui costi di prodotto, il rialzo dei tassi di interesse, le crescenti aspettative di una prossima recessione, la volatilità dei mercati valutari, l’aumento del livello di stock presso i distributori e, non da ultimo, lo sfidante confronto con un 2021 estremamente positivo.
Un tale scenario ha richiesto un maggiore impegno del Gruppo a sostegno della crescita di lungo termine e a protezione della marginalità intervenendo con aumenti mirati dei prezzi.

Analogamente al secondo trimestre dell’anno, l’area europea ha subito il maggior rallentamento, mentre le restanti aree extra-europee hanno in gran parte beneficiato di dinamiche più favorevoli.

Nel terzo trimestre l’Europa sud-occidentale ha evidenziato nel terzo trimestre dinamiche simili al precedente trimestre, con una moderata debolezza dei mercati dell’Europa continentale, mentre l’Italia e la regione iberica sono risultate in crescita. Nell’area dell’Europa nord-orientale è proseguito il trend negativo, anche se in miglioramento, con comprensibili effetti del conflitto russo-ucraino ed un impatto diretto dei due paesi coinvolti che pesa per più della metà del rallentamento nell’area. L’area MEIA ha visto un trimestre in crescita in tutta l’aria mediorientale, spinto soprattutto dal positivo contributo valutario, al netto del quale comunque le vendite sono state in territorio positivo.
In flessione rispetto all’anno precedente l’area nord-americana, a causa dell’anticipazione nei mesi precedenti delle vendite dei condizionatori portatili, mentre al contrario si è assistito ad una crescita a doppia cifra del comparto del caffè, sostenuto da una forte accelerazione delle macchine superautomatiche. Infine, nella regione Asia-Pacific è proseguita la crescita a doppia cifra già evidenziata nella prima parte dell’anno, sostenuta in modo particolare in questi tre mesi dalla significativa espansione della Greater China.
Per quanto concerne l’evoluzione dei segmenti di prodotto, i primi nove mesi del 2022 confermano la resilienza del caffè da un lato, ma dall’altro una marcata debolezza del comparto della food preparation, mentre le restanti categorie di prodotto hanno evidenziato una crescita anche nel trimestre.
Scendendo nel dettaglio, il comparto delle macchine per il caffè ad uso domestico ha proseguito nella crescita supportata dalle macchine superautomatiche e manuali.

Il comparto della cottura e preparazione dei cibi ha confermato il momento particolarmente difficile del “post-Covid” nonché l’impatto della debolezza dei consumi.
E’ rimasto positivo il contributo della categoria comfort, anche se nel terzo trimestre i prodotti del condizionamento hanno subito un rallentamento dovuto all’anticipazione nei mesi precedenti del flusso di vendita negli USA ed un minore sell-in in Europa.
In territorio positivo in entrambi i periodi in analisi l’home care, grazie in particolare alla crescita a doppia cifra dello stiro nel terzo trimestre.
Infine, è stato ampiamente positivo il contributo del comparto delle macchine per il caffè professionale rappresentato dalla neo-acquisita Eversys, che ha mostrato un trend di crescita molto sostenuto.
Il margine industriale netto nei 9 mesi è stato pari a 1.015,5 milioni di euro, in flessione come percentuale dei ricavi al 47,7% dal 50,2%, come effetto dell’aumento dei costi di prodotto non totalmente compensati dagli aumenti di prezzo a regime. Anche nel terzo trimestre, le dinamiche del margine non hanno mostrato inversioni di tendenza, nonostante un maggiore sostegno fornito dalla componente prezzo;
L’Ebitda adjusted nei 9 mesi si è attestato a 212 milioni di euro, pari al 10% dei ricavi. Su tale andamento del margine ha pesato l’aumento di 32,5 milioni di euro degli investimenti in media e comunicazione, passati da 238,9 milioni di euro a 271,4 milioni di euro, soprattutto in connessione con le attività relative alla campagna sul caffè che vede protagonista Brad Pitt, Ambassador del brand De’ Longhi. Tale aumento tuttavia è stato concentrato nei primi 2 trimestri, mentre il terzo trimestre ha visto al contrario una riduzione degli stessi di -1,7 milioni di euro rispetto allo stesso trimestre del 2021.
L’Ebitda dei 9 mesi è stato pari a 217,8 milioni di euro, pari al 10,2% dei ricavi. Da segnalare che nel trimestre sono stati contabilizzati proventi non ricorrenti relativi principalmente alla revisione della valutazione di asset della filiale ucraina, a seguito del recupero di alcune posizioni creditorie.
Il risultato operativo si è attestato a 141,2 milioni di euro, pari al 6,6% dei ricavi, in flessione dal 12,9% del 2021, dopo maggiori ammortamenti per 8,9 milioni di euro, conseguenti all’aumento degli investimenti degli ultimi trimestri.
Infine, l’utile netto di competenza del Gruppo nei 9 mesi si è attestato a 99,4 milioni di euro, pari al 4,7% dei ricavi, con un trend di flessione nel terzo trimestre sostanzialmente non dissimile, anche se meno negativo in termini di comparazione con il trimestre del 2021.

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