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La bozza di DPCM presentata alle Regioni nella nottata appena trascorsa prevede che: fino al 6 gennaio 2021, l’esercizio delle attività commerciali al dettaglio è consentito fino alle ore 21.00 nelle giornate festive e prefestive sono chiusi gli esercizi commerciali presenti all’interno dei mercati e dei centri commerciali, gallerie commerciali, parchi commerciali, aggregazioni di esercizi commerciali ed altre strutture ad essi assimilabili, a eccezione delle farmacie, parafarmacie, presidi sanitari, punti vendita di generi alimentari, di prodotti agricoli e florovivaistici, tabacchi ed edicole.

“Se questa impostazione venisse confermata saremmo di fronte a un disastro economico di proporzioni spaventose non solo per imprese del nostro settore ma per l’economia nazionale nel suo complesso – dichiara Andrea Scozzoli, presidente della Aires. I nostri operatori sono presenti in tutti i canali, piccoli e grandi negozi singoli, centri commerciali, parchi commerciali e online ma proprio per questo vediamo chiaramente come una simile misura potrà avere solo l’unico risultato di deprimere i consumi senza alcuna utilità dal punto di vista della prevenzione sanitaria”.

È infatti molto facilmente prevedibile che i consumatori si riverseranno nelle strade e nei centri storici creando assembramenti ancor più difficili controllare, e che comunque l’online non potrà sopperire alle mancate vendite. A ben poco poi potrà servire l’estensione fino alla 21 degli orari nei giorni feriali.

La Aires segnala, inoltre, come i prodotti elettrici ed elettronici – pur essendo stati confermati dal Governo nel novero dei Beni Essenziali dai precedenti DCPM – non godano delle giuste esenzioni previste in occasione del lockdown di marzo.

Si auspica pertanto che questi profili vengano ben valutati nelle prossime ore e si possa pervenire a un testo maggiormente equilibrato e attento a tutti i profili non solo economici ma anche di effettiva tutela della Salute e dei bisogni dei cittadini.

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