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Il Consiglio di Amministrazione di TIM ha approvato la Relazione Finanziaria al 31 marzo 2021, periodo in cui i Ricavi sono stati pari a 3,8 miliardi di euro in linea con l’anno precedente. I Ricavi da telefonia fissa domestica sono in crescita del +3% anno su anno e accelera la riduzione dei costi operativi nel mercato domestico. L’EBITDA organicoè pari a 1,6 miliardi di euro, in calo dell’1,3% anno su anno, mentre il Risultato netto, escludendo le partite non ricorrenti, si attesta a 0,1 miliardi di euro.

Nel primo trimestre è stato avviato il nuovo piano strategico 2021-2023 ‘Beyond Connectivity’, che ha impresso un’accelerazione alle attività di sviluppo di servizi digitali e accordi strategici sia nel mercato consumer che in quello business. Al tempo stesso è proseguito il percorso di stabilizzazione degli indicatori operativi e di fatturato, nonché di generazione di cassa e di riduzione del debito.

L’indebitamento finanziario netto al 31 marzo 2021 si è ridotto di 5.590 milioni di euro anno su anno, attestandosi a 21.155 milioni di euro. L’equity free cash flow ha contribuito per 469 milioni di euro.

Il numero complessivo delle linee mobili di TIM si è attestato a 30,2 milioni, in crescita rispetto al trimestre precedente di 52mila linee. In un mercato che rimane competitivo nella parte a minor valore, prosegue il trend di stabilizzazione della base clienti: nella ‘mobile number portability’ TIM registra per il terzo trimestre consecutivo il miglior risultato tra gli operatori infrastrutturati. Al tempo stesso il settore vede il flusso delle portabilità ridursi complessivamente del 18% anno su anno.

Nel fisso accelera la migrazione della base clienti verso la banda ultralarga, favorita da un portafoglio di offerta sempre più ricco e orientato alla convergenza, dal supporto della domanda attraverso lo strumento dei voucher e dalla spinta impressa nella copertura in fibra ottica, in particolare nelle aree bianche, che ha consentito di raggiungere con la banda ultralarga oltre il 92% delle famiglie italiane con linea fissa.

Nel primo trimestre 2021 sono state attivate 424 mila nuove linee ultrabroadband retail e wholesale, raggiungendo i 9,1 milioni di unità con un incremento del 23% anno su anno.

I ricavi di Gruppo nel trimestre si sono attestati a 3,8 miliardi di euro, in linea con il primo trimestre 2020. In crescita nell’ordine del 3% anno su anno i ricavi della telefonia fissa domestica.

I ricavi da servizi di Gruppo sono stati pari a 3,4 miliardi di euro, con un trend rispetto all’anno precedente in miglioramento rispetto al calo registrato nel 2020.

Nel segmento Business è accelerata ulteriormente la crescita dei ricavi legati ai servizi innovativi, anche grazie al contributo positivo della partnership con Google Cloud.

Nel Wholesale Domestico i ricavi da servizi di telefonia fissa nel primo trimestre 2021 sono aumentati dell’8,7% anno su anno beneficiando della continua migrazione dei clienti verso l’ultrabroadband.

L’EBITDA organico di Gruppo si è attestato a 1,6 miliardi di euro e quello della Business Unit Domestic a 1,3 miliardi di euro, -2,6% anno su anno rispetto all’esercizio precedente. Entrambi i risultati sono in crescita al netto di alcune discontinuità sul costo del lavoro, come ad esempio l’applicazione del contratto di espansione, già presente nel primo trimestre 2020 e che nel corso di questo esercizio partirà dal mese di maggio.

Le azioni di contenimento dei costi hanno portato ad un’ulteriore consistente riduzione rispetto all’anno precedente.

L’EBITDA After Lease si è attestato a 1,4 miliardi di euro: 1,2 miliardi di euro a livello domestico e 0,2 miliardi di euro per TIM Brasil.

A livello di Gruppo, gli investimenti si sono attestati a 0,7 miliardi di euro, in linea con il piano e con un trend in aumento nel trimestre legato al rallentamento imputabile al COVID 19 nel primo trimestre 2020 e allo sforzo profuso nel 2021 per accelerare i processi di crescita e trasformazione in Italia e Brasile.

Il risultato netto si è attestato a -0,2 miliardi di euro per effetto delle partite non ricorrenti e, in particolare, per l’accantonamento destinato all’uscita di personale per il pensionamento anticipato e volontario prevista nel secondo trimestre di quest’anno. Al netto di questo effetto, il risultato netto è pari a 0,1 miliardi di euro.  

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