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Nel 2018 la Lombardia, l’Emilia Romagna e il Veneto guidano la classifica nazionale per numero di “invenzioni” tutelate a livello europeo e comunitario: da queste regioni proviene il 60% dei brevetti europei e dei disegni e modelli comunitari; esse spiegano anche il 55% dei marchi dell’Unione europea. Lo dicono i dati Unioncamere-Dintec sui nuovi brevetti pubblicati dall’EPO e sui disegni e i marchi depositati presso l’EUIPO.

Se le tecnologie industriali e dei trasporti sono le più brevettate dagli italiani in Europa, lo stile delle imprese italiane si traduce nella crescita dei disegni e dei marchi, come titoli privilegiati per la tutela della loro proprietà industriale.

I dati sono stati elaborati in occasione del workshop organizzato presso la Fiera di Padova dalla Camera di commercio, in collaborazione con il Ministero dello Sviluppo economico e Unioncamere, che vede la partecipazione del Ministro Stefano Patuanelli.

L’incontro è diretto ad illustrare le misure e gli incentivi che il Ministero ha messo a disposizione delle piccole e medie imprese, delle startup innovative, dei Centri di ricerca e della Università, per estendere e per valorizzare i loro titoli di proprietà industriale. Sono misure sulle quali Unioncamere è impegnata dal 2009, in collaborazione con Direzione Generale per la Tutela della Proprietà Industriale-UIBM.

Nel decennio l’ente ha gestito oltre 56 milioni di euro di agevolazioni per i marchi e i disegni delle PMI: ciò ha consentito a quasi 4mila imprese di effettuare la registrazione di oltre 4mila marchi all’estero, di valorizzare 643 disegni e modelli con progetti di sviluppo produttivo e commerciale e 44 marchi storici.

“L’innovazione e la tutela della proprietà intellettuale sono fondamentali per consentire al nostro sistema produttivo di essere competitivo sui mercati esteri”, sottolinea il segretario generale di Unioncamere, Giuseppe Tripoli. “E il loro effetto sulle economie territoriali è significativo. In Italia un posto di lavoro su 3, cioè quasi 7 milioni di occupati, si trova nelle aziende che fanno un uso intensivo di marchi e brevetti; queste aziende contribuiscono da sole al 46,9% del nostro Pil. Gli investimenti nello sviluppo dei prodotti dell’attività intellettuale rappresentano ormai il 16,3% degli investimenti complessivi delle imprese”.

La Lombardia, con 1.363 brevetti pubblicati dall’EPO nel 2018, sui 4.251 totali, traina saldamente la classifica delle regioni italiane sulle domande di brevetto europeo. Seguono l’Emilia Romagna e il Veneto, il Piemonte e la Toscana.

Il primato lombardo è in gran parte da attribuire a Milano, prima tra le province italiane con 715 brevetti pubblicati. Alle sue spalle, Torino e Bologna, quindi Vicenza e Roma.

Oltre l’86% di queste “invenzioni” si riferisce alle imprese; il resto viene dall’attività dei soggetti privati e degli Enti di ricerca, delle Università e delle Fondazioni.

Il gruppo più consistente di brevetti italiani all’EPO riguarda le invenzioni applicate nel campo delle tecniche industriali e dei trasporti; l’altro campo tecnologico più esteso è quello delle “necessità umane”, che va dall’agroalimentare alla bio-cosmetica, dalla salute allo sport.

Il Veneto supera l’Emilia Romagna occupando il secondo posto della classifica regionale dei marchi italiani tutelati dalla UE. Con 1.623 depositi all’EUIPO su 11.614 complessivi, la regione si aggiudica la medaglia d’argento alle spalle della Lombardia, ma prima dell’Emilia Romagna. Il Lazio e la Toscana seguono nelle due posizioni successive.

A livello provinciale, a Milano, prima in graduatoria con 1.956 marchi comunitari, seguono Roma, Verona, Napoli e Torino.

Anche nel caso dei marchi, le imprese risultano essere i soggetti più numerosi a cercare di tutelare l’immagine dell’azienda o dei suoi prodotti a livello europeo: tra i richiedenti, le aziende sono infatti oltre l’80%, i soggetti privati il 17% e gli Enti di ricerca il 2,2%.

Due sono le classi che assommano oltre il 50% dei marchi depositati nel 2018: quella legata alla pubblicità, alla gestione degli affari commerciali e ai lavori di ufficio, e quella legata al mondo della moda in senso lato, in questi giorni protagonista dell’Italian Fashion Week a Milano.

Alla prima si devono oltre 3mila titoli tutelati nell’Unione europea, al secondo oltre 2.800. Poco meno di 2.800 marchi si applicano poi agli apparecchi e strumenti tecnologici per la conduzione dell’elettricità e per la riproduzione di suoni, immagini o dati, mentre circa  2.500 sono legati al mondo dell’agroalimentare.

E’ sempre il mondo della moda, protagonista a Milano, a trainare la dinamica dei depositi di disegni e modelli industriali italiani tutelati a livello comunitario: in un caso su 5, infatti, i 9.935 titoli di questo tipo riguardano gli articoli di abbigliamento e di merceria. Segue l’arredamento con oltre il 19% del complesso. Determinante è il ruolo delle imprese, che rappresentato il 91% delle domande.

Lombardia, Veneto, Emilia Romagna, seguite da Toscana e Marche, guidano saldamente la classifica del 2018. E se Milano si aggiudica anche in questo caso il primo posto, alle sue spalle fanno la loro egregia figura Treviso, Perugia, Bologna e Vicenza.

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