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L’Università di Trento, la Fondazione Bruno Kessler e Atos Italia hanno stretto un accordo di mutua cooperazione per la ricerca scientifica sul Quantum Computing, con un lavoro congiunto e pluriennale che promette di indagare i risultati di nuovi algoritmi e architetture informatiche idonei a permettere alla tecnologia, oggi ancora di frontiera, un più ampio e rapido impiego in ambito industriale, pubblico e sociale.
I gruppi di ricercatori ed esperti delle realtà partner collaboreranno all’interno di Q@TN – Quantum at Trento, il laboratorio sulle scienze e le tecnologie quantistiche istituito dall’Università di Trento in collaborazione con la Fondazione Bruno Kessler, l’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare e il Consiglio Nazionale delle Ricerche, annoverando il progetto tra quelli già in via di sviluppo all’interno del centro. L’iniziativa sarà inoltre propedeutica all’apertura di un corso di studi in Ingegneria Quantistica, di dottorati di ricerca dedicati e della promozione di progetti di tesi ad hoc tra i programmi didattici dell’Università di Trento, con un impegno accademico pionieristico e capofila in Italia.
Un’attenzione particolare nel lavoro di ricerca sarà dedicata ai risvolti che l’informatica quantistica avrà nel campo della cybersecurity, ambito di competenza specialistica di Atos in Italia e nel mondo e uno dei settori che saranno maggiormente condizionati dai progressi sulla tecnologia, potenzialmente in grado di neutralizzare i più sicuri e inaccessibili sistemi attuali di protezione dei dati.
«Q@TN ha come missione di rafforzare l’ecosistema trentino nel settore delle scienze e tecnologie quantistiche”, ha dichiarato Lorenzo Pavesi, direttore di Q@TN. “Questo accordo è un passo in questa direzione perché ci permetterà di sviluppare ricerca innovativa assieme ad una grande impresa in un’ottica di trasferimento dei risultati in applicazioni di interesse industriale. In questo modo raggiungiamo il duplice scopo di rafforzare il tessuto produttivo nazionale e dell’altra di formare i nostri studenti, professionisti dell’innovazione, su problemi con forti interessi applicativi».
«La Fondazione Bruno Kessler – sottolinea il Segretario Generale di FBK Andrea Simoni – da sempre conduce ricerca su dispositivi fotonici, ottici, micromeccanici ed elettronici all’avanguardia che fungono da tecnologie abilitanti per l’innovazione nei campi quali lo spazio, il biomedicale, l’ambientale e altri. La seconda rivoluzione quantistica, da poco iniziata, permetterà di studiare e realizzare dispositivi ancora più performanti per questi settori di applicazione. L’impatto di tale rivoluzione è e sarà dirompente: la sfida per i prossimi 5-10 anni è portare dispositivi quantistici anche nella rete produttiva italiana, attraverso la ricerca multidisciplinare, orientata alla tecnologia ai massimi livelli, con start-up in grado di trasferire e implementare nuove tecnologie sotto forma di prodotti».
«Siamo orgogliosi di mettere la nostra esperienza a sostegno dei professionisti del mondo dell’università e della ricerca per un lavoro di cui oggi possiamo solo immaginare la portata – ha dichiarato Giuseppe Di Franco, CEO di Atos Italia -. Il successo dell’informatica quantistica avrà effetti dirompenti in tutti i comparti industriali italiani e rappresenta la più grande tecnologia di frontiera a vantaggio di una transizione digitale pienamente sostenibile, sicura ed efficiente. Potenziare la ricerca nel settore significa investire concretamente nel futuro della sovranità strategica e digitale del Paese e dell’Europa, garantendo ai nostri distretti produttivi ed imprese di restare competitivi in uno scenario internazionale economico e tecnologico che nei prossimi decenni sarà fortemente trainato dall’innovazione quantistica».
Atos porterà la sua esperienza pionieristica al tavolo: nel 2016 l’azienda ha lanciato il progetto ‘Atos Quantum’, realizzando il primo modulo di simulazione del rumore quantistico al mondo, parte dell’offerta ‘Atos Quantum Learning Machine’. Il programma è utilizzato in diversi paesi, tra cui l’Italia, per sostenere progetti di ricerca nei settori industriali e dell’energia. Il Gruppo è anche partner di programmi europei quali AQTION, PASQuanS e più recentemente NEASQC.
Anche in virtù del particolare ruolo catalizzatore del laboratorio Q@TN, il progetto di ricerca nei prossimi mesi potrà accedere ai fondi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza e parteciperà ai bandi di finanziamento comunitari di Horizon Europe e DigitalEurope.

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