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Si è chiuso presso l’Università degli Studi di Verona, Samsung Innovation Camp, progetto sviluppato da Samsung Electronics Italia, in collaborazione con Randstad, agenzia internazionale specializzata in servizi HR, e con un gruppo selezionato di università italiane, che nasce con l’obiettivo di accompagnare le studentesse e gli studenti in un percorso formativo dedicato all’innovazione digitale, volto a offrire quelle competenze sempre più richieste dal mercato del lavoro e prepararli a costruire i profili professionali del futuro. Focus di questa edizione, la valorizzazione del patrimonio naturalistico, artistico e culturale attraverso l’innovazione digitale, con l’obiettivo di sostenere il settore della Cultura e del Turismo, duramente colpiti in questo momento storico complesso.

Tra i 225 studenti iscritti a Innovation Camp e i 25 studenti selezionati per la fase finale, il progetto “Museo d’Arte Naturale” sviluppato dal Team E, composto da Alessandro Brun, Cecilia Chiarello, Arianna Alborali Guerra, Gabriele Masson e Sofia Simonelli è stato giudicato il migliore da una commissione formata da Samsung, l’Università di Verona e il Comune di Verona, partner dell’iniziativa, che ha lavorato insieme agli studenti commissionando loro un project work volto a promuovere una frequentazione più consapevole del territorio. Requisito essenziale del project work, rispondere a una necessità concreta attraverso le nuove tecnologie, con un focus sulla riorganizzazione degli spazi espositivi del Museo di Storia Naturale della città, integrando nuove tecnologie e contenuti digitali per migliorare l’esperienza di fruizione da parte dei visitatori.

Il progetto del Team E valorizza il patrimonio del Museo di Storia Naturale attraverso una rivisitazione degli spazi e la creazione di un museo flessibile e capace di adattarsi alla esigenze del visitatore contemporaneo. Arte, tecnologia e natura si incontrano nella visione del gruppo di lavoro che attraverso l’ideazione di percorsi flessibili, l’implementazione tecnologica, la creazione di laboratori didattici e il ripensamento di alcune zone per renderle più immersive, cambia veste all’esperienza museale tradizionale facendo assumere un ruolo attivo al visitatore lungo tutta la mostra.

Il Team E è quindi uno dei team finalisti che insieme alle squadre delle altre università partecipanti, ovvero l’Università degli Studi di Catania, l’Università degli Studi di Perugia, l’Università del Piemonte Orientale e l’Università degli Studi di Trento, si sfideranno per la vittoria in un hackathon finale.

Innovation Camp, programma giunto alla quinta edizione che ha formato fino ad ora oltre 30.000 studenti e studentesse provenienti da 21 atenei in tutta Italia, è un vero e proprio corso di formazione che si integra con i percorsi universitari già avviati e che consente agli universitari partecipanti di sviluppare nuove competenze digitali ma anche manageriali e di marketing, particolarmente richieste dal mondo del lavoro attuale. Organizzato in più fasi e aperto agli studenti di tutte le facoltà, il corso ha visto un primo modulo di 30 ore di formazione online dedicato a nuove tecnologie e strategie digitali, nozioni di business ed ecosistemi digitali e, per la prima volta in questa edizione, lezioni dedicate alla valorizzazione del patrimonio culturale italiano in collaborazione con le Accademie di Belle Arti Italiane. A chiusura di questo primo modulo aperto a tutti gli iscritti, è seguito un test, una serie di workshop e l’assegnazione di un project work commissionato da una realtà turistica e culturale del territorio, per valorizzare e promuovere le unicità italiane. Per ogni università partecipante, il team che ha sviluppato il progetto giudicato migliore, si sfiderà in un hackathon durante il quale, grazie al contributo di esperti Samsung, potrà apportare ulteriori miglioramenti alla propria idea e aggiudicarsi così il premio finale.

Samsung Innovation Camp è un progetto che rientra a pieno titolo nella vision di Corporate Social Responsibility di Samsung “Together for Tomorrow! Enabling People”. Offrendo momenti di formazione a vari livelli, Samsung è al fianco di studenti, insegnanti, universitari per aiutarli ad acquisire le competenze fondamentali legate al mondo dell’innovazione e del digitale, per favorire lo sviluppo di soft skill e l’inserimento nel mondo del lavoro e per permettere agli innovatori di domani di raggiungere il loro pieno potenziale e diventare i nuovi leader che guideranno i processi di evoluzione positiva in ambito sociale. Da 30 anni Samsung si impegna per la diffusione della cultura del digitale in Italia, contribuendo concretamente alla causa con diversi progetti formativi che si prefiggono di offrire a diverse fasce della popolazione tutti gli strumenti, le conoscenze, la creatività e l’empatia necessarie per prosperare in un futuro pervaso dalla tecnologia.

“Questa edizione di Innovation Camp è stata pensata per rispondere a due diverse necessità, entrambe quanto mai urgenti: da un lato, ridurre il cosiddetto skill mismatch ovvero il divario sempre più ampio tra le competenze richieste dal mercato del lavoro e quelle realmente disponibili, dall’altro, ridare nuovo slancio alle economie locali con il turismo, duramente colpito dalla pandemia, attraverso la valorizzazione delle bellezze del nostro territorio, trovando nuove modalità per promuoverle nel mondo, in primis con i nuovi strumenti digitali” ha commentato Anastasia Buda, Corporate Social Responsibility Manager di Samsung Electronics Italia. “Con Innovation Camp, insieme alle Università e alle istituzioni locali abbiamo lavorato per aiutare i nostri i giovani a esprimere il loro talento e a farsi promotori di un cambiamento sociale positivo, attraverso l’innovazione, a sostegno della crescita e del rilancio dell’Italia. Mi auguro che per questi ragazzi si possano aprire nuove opportunità grazie alle competenze acquisite e che i progetti sviluppati possano contribuire a dare nuova linfa innovatrice al nostro patrimonio”.

“Samsung Innovation Camp è un progetto che permette alle studentesse e agli studenti di confrontarsi con importanti realtà aziendali e istituzionali sul terreno della digital innovation, sviluppando soluzioni a problemi di concreto interesse.”, commenta il prof. Marco Minozzo, referente del progetto per l’Università degli Studi di Verona. “Studentesse e studenti hanno inoltre la possibilità di affinare le loro abilità su un progetto multidisciplinare che richiede competenze trasversali, capacità di comunicazione e il desiderio di lavorare in team.”

Oltre al progetto Museo d’Arte Naturale, presentato dal Team E, gli studenti partecipanti hanno realizzato e presentato quattro ulteriori project work, tutti incentrati sulla riorganizzazione degli spazi espositivi Museo di Storia Naturale della città, integrando nuove tecnologie e contenuti digitali per migliorare l’esperienza di fruizione da parte dei visitatori.

M.A.R.E.A” vuole ridisegnare l’esperienza del museo, modificando l’organizzazione degli spazi e il ruolo sociale che questi svolgono. Il progetto immagina una nuova fruizione del Museo di Storia Naturale di Verona, grazie all’utilizzo di nuovi strumenti digitali e percorsi tematici immersivi con stanze emozionali.

Progetto che si propone di cambiare il Museo di Storia Naturale a partire proprio dall’arredamento e organizzazione degli spazi. La visita diventa più interattiva grazie a ologrammi, un’applicazione del museo che permette di interagire con le opere grazie alla realtà aumentata e stanze con visori di realtà virtuale portano il visitatore a immergersi a pieno nella storia. Inoltre il museo viene arricchito da diversi laboratori per adulti e bambini.

Principali obiettivi di DECH sono accessibilità e inclusione. Dalla ricerca effettuata risulta fondamentale inserire schermi interattivi e pannelli con scrittura braille in ogni sala del museo e pedane in prossimità di scale e dislivelli. A rendere l’esposizione più immersiva ci saranno poi diorami raffiguranti gli habitat, suoni provenienti dal mondo animale e un’illuminazione diversa per ogni sala con videomapping nella sala Naturalisti. Infine a rendere l’esperienza ancora più coinvolgente vi saranno laboratori per bambini e adulti con tavoli multimediali e realtà aumentata.

La multisensorialità è alla base del progetto Climax e dell’idea di riadattamento espositivo del museo con l’obiettivo di coinvolgere maggiormente l’utente. L’esposizione viene divisa in aeree climatiche e ognuna di queste stanze attraverso suoni, luci, colori e temperatura ricreano l’ambientazione di riferimento. Per evitare la riproduzione di molteplici reperti ogni stanza ospiterà una piramide olografica per mostrare gli animali di piccole dimensioni e ci saranno display e totem smart touch che metteranno in correlazione l’esposizione della sala con i temi di biodiversità e cambiamento climatico.

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