Secondo i dati pubblicati dal Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, a dicembre il mercato autovetture ha registrato 105.715 immatricolazioni, con una variazione al -4,9% su dicembre 2023, portando a chiudere l’intero 2024 con un totale di 1.558.704 unità, pari al -0,5% sull’anno 2023.

«Lanno chiude con un numero di vendite analogo al 2023. Ma quello fu un anno in crescita, con un saldo attivo del 18% che ci aveva fatto sperare di tornare ai livelli precedenti il Covid. Invece non è stato così: alla fine di un 2024 in altalena il risultato finale è quello che abbiamo davanti agli occhi. La struttura delle vendite mostra che vanno bene solo le ibride, mentre le elettriche a spina segnano una fortissima difficoltà a crescere che sarebbe anche maggiore se non fosse per le auto immatricolazioni dei concessionari, spesso vincolate dai costruttori. Alla fine, gli effetti degli incentivi sono stati di fatto più che azzerati a fine anno, proprio perché hanno contribuito a disorientare il mercato più che a sostenerlo. L’effetto attesa dell’ecobonus, come al solito, prima ha frenato il mercato poi lo ha improvvisamente e per poco tempo dilatato, suscitando qualche illusione. Noi avevamo, però, messo subito in guardia dal troppo rapido esaurimento delle risorse destinate ai BEV. Non è un caso che oggi registriamo la stasi del noleggio e dell’auto aziendale che costituiscono una fetta preponderante del mercato. Per questo, più che gli incentivi, serve una politica fiscale sull’auto equa e condivisa, che metta ordine nella giungla delle imposizioni che gravano sugli autoveicoli e ridistribuisca più razionalmente il carico fiscale».

«Nello scenario 2025, ci auguriamo scaturiscano decisioni delle nuove istituzioni europee in materia di Green Deal Automotive fra cui, naturalmente, la revoca del sistema di sanzioni a carico dei costruttori che, nonostante gli sforzi e gli investimenti fatti, non trovano nel mercato le risposte ad un programma politico che si sta dimostrando irrealizzabile. Se quelle sanzioni dovessero rimanere, infatti, le conseguenze sarebbero pesantissime e non solo per i costruttori. Perché questi ultimi, per mantenere le percentuali di veicoli a zero emissioni in un mercato che non li vuole, saranno costretti ad abbassare le quote di produzione dei veicoli ad alimentazione fossile ed aumentare il prezzo al consumatore. Il che porterà a un ulteriore calo delle immatricolazioni, e al ridimensionamento delle reti di vendita, con il risultato paradossale che il circolante diventerà sempre più dannoso per l’ambiente, sia in termini di CO2 che di inquinanti, e per la sicurezza».

La struttura numerica del mercato riflette pienamente le considerazioni di carattere congiunturale appena espresse.

Dal lato dei canali di vendita, i privati rimangono stabili nel mese di dicembre al 60,2% di quota; le flotte guadagnano +2,2%, con una quota al 6,6%, mentre nel cumulato segnano un disavanzo del -4,4%. Le auto-immatricolazioni, secondo le elaborazioni Federauto su dati Dataforce, rappresentano una quota del 11,4% del mercato, perdendo il 9,09% rispetto a dicembre 2023. Su base annuale il comparto delle auto-immatricolazioni registra un incremento dell’11,09%; in particolare spicca l’incremento nei volumi del 14,5% registrato dalle auto-immatricolazioni in carico ai concessionari. Il noleggio puro perde il 15,28% dei volumi, portando la quota di mercato al 21,8%; su base annuale la perdita è del 12,5%, la quota di mercato scende di 2,4 punti percentuali rispetto al 2023.

Passando ad analizzare la struttura del mercato dal lato delle alimentazioni, nel mese di Dicembre l’unico settore a segnare un incremento positivo è quello dell’ibrido, da registrare una perdita del 25,12% per l’ibrido alla spina e del -13,8 per quanto riguarda l’elettrico. Su base annuale, guadagnano l’ibrido mild+full, le alimentazioni a Benzina e GPL; le altre alimentazioni perdono, anche in maniera consistente: Ibrido plug-in -25,8%, Diesel -21,6%.

Negli ultimi tre giorni di dicembre 2024 è stato immatricolato il 29,7% del totale mercato.

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