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Presentatala diciannovesima edizione del Rapporto Rifiuti Speciali dell’Ispra, che ogni anno fornisce un quadro di informazioni oggettivo e puntuale sulla produzione e gestione dei rifiuti speciali non pericolosi e pericolosi. Il lavoro, realizzato dall’Istituto in collaborazione con SNPA, esamina oltre 60 indicatori proposti a livello nazionale, di macroarea geografica e regionale. Cresce la produzione dei rifiuti speciali in Italia: gli ultimi dati disponibili indicano che la produzione aumenta del 3,3% arrivando a superare 143 milioni di tonnellate. I rifiuti non pericolosi, che rappresentano il 93% del totale di quelli prodotti, crescono di oltre 4 milioni di tonnellate, mentre quelli pericolosi di 376mila tonnellate. Confermata l’incidenza del settore costruzioni e demolizioni sulla produzione complessiva: con oltre 60 milioni di tonnellate è quello che concorre maggiornamente, seguito dalle attività di trattamento dei rifiuti e di risanamento e dall’insieme delle attività manifatturiere la cui produzione, 28,6 milioni di tonnellate, sfiora il 20%. Le altre attività economiche contribuiscono, complessivamente, alla produzione di rifiuti speciali con una percentuale dell’11%. Il settore manifatturiero produce il 37,1% del totale dei rifiuti speciali pericolosi, corrispondente a oltre 3,7 milioni di tonnellate. Il 33,7% è attribuibile alle attività di trattamento rifiuti e di risanamento, pari a quasi 3,4 milioni di tonnellate; segue il settore dei servizi, del commercio e dei trasporti con quasi 2 milioni di tonnellate, di cui 1,4 milioni di tonnellate di veicoli fuori uso. La maggior parte dei rifiuti pericolosi prodotti dal settore manifatturiero deriva dal comparto metallurgico, da quello della fabbricazione di prodotti chimici e farmaceutici, della fabbricazione di coke e prodotti derivanti dalla raffinazione del petrolio e della fabbricazione di prodotti in metalli. Al nord Italia si producono quasi 84,9 milioni di tonnellate. La produzione del Centro si attesta a 25,1 milioni di tonnellate, mentre quella del Sud a 33,4 milioni di tonnellate. La Lombardia produce 32,3 milioni di tonnellate, il Veneto 15,9 milioni di tonnellate, l’Emilia-Romagna 14,5 milioni di tonnellate e il Piemonte 11,1 milioni di tonnellate. Tra le regioni del Centro, i maggiori valori di produzione si riscontrano per la Toscana con 9,8 milioni di tonnellate e per il Lazio. Al Sud, la Puglia con una produzione complessiva di rifiuti speciali pari a 8,9 milioni di tonnellate, copre il 26,5% del totale della macroarea geografica, seguita dalla Campania con 7,3 milioni di tonnellate e dalla Sicilia con 7,2 milioni di tonnellate. Gli impianti di gestione dei rifiuti speciali operativi nel 2018 sono 10.813 di cui 6.232 situati al Nord, 1.880 al Centro e 2.701 al Sud. In Lombardia sono localizzate 2.138 infrastrutture, il 19,8% circa del totale degli impianti presenti sul territorio nazionale. Gli impianti dedicati al recupero di materia sono 4.425. I rifiuti specialigestiti in Italia nell’anno di riferimento, superano 152 milioni di tonnellate, di cui 143 non pericolosi e i restanti 9,6 milioni di tonnellate pericolosi. Rispetto all’anno precendete si rileva un incremento del 3,7% dei rifiuti complessivamente gestiti; in particolare, le quantità avviate a operazioni di recupero aumentano di poco più del 4%, e quelle avviate allo smaltimento del 4,5%. Il recupero di materia è predominante con il 67,7%. Le operazioni di smaltimento rappresentano circa il 19,3%. Le altre forme di gestione includono il coincenerimento, l’incenerimento e gli stoccaggi. Il Nord recupera più della metà del totale dei rifiuti complessivamente gestiti a livello nazionale. Il recupero di sostanze inorganiche è l’operazione più utilizzata, con oltre 58,6 milioni di tonnellate. Tali rifiuti sono costituiti, perlopiù, da rifiuti derivanti da attività di costruzione e demolizione e sono generalmente recuperati in rilevati e sottofondi stradali. Le operazioni di recupero dei metalli e dei composti metallici edi recupero di sostanze organiche rappresentano, rispettivamente, il 13,8% e il 7,4% del totale gestito. Il recupero di materia è effettuato soprattutto in alcune regioni quali: Friuli Venezia Giulia dove si recupera il 78,5%, Trentino Alto Adige, Campania e Lombardia nella quale si recupera il 74,5% del totale dei rifiuti gestiti nelle singole regioni. Circa 2 milioni di tonnellate di rifiuti speciali sono stati coinceneriti in impianti industriali in sostituzione dei combustibili convenzionali, con un lieve incremento pari a 29mila tonnellate rispetto al 2017. I settori produttivi che utilizzano le maggiori quantità di rifiuti in sostituzione di combustibili convenzionali sono il settore della produzione di energia elettrica, della fabbricazione di prodotti in legno, quello della raccolta, trattamento e smaltimento dei rifiuti e il settore della produzione di cemento. L’incenerimento dei rifiuti speciali con circa 1,2 milioni di tonnellate fa registrare una flessione di quasi 64 mila tonnellate. I rifiuti non pericolosi inceneriti sono quasi 772mila tonnellate; la restante parte, pari a oltre 424mila tonnellate, è costituita da rifiuti pericolosi. Lo smaltimento in discarica interessa circa 11,9 milioni di tonnellate di rifiuti, di cui circa 10,6 milioni di tonnellate di rifiuti non pericolosi e 1,3 milioni di tonnellate di rifiuti pericolosi. Rispetto al 2017, si registra una leggera flessione, pari a 149mila tonnellate. Al Nord si smaltisce il 55,8% del totale dei rifiuti avviati in discarica, al Centro il 19,1% e al Sud il 25,1%. Circa 4,2 milioni di tonnellate sono allocate nelle discariche per rifiuti inerti, 6,6 milioni di tonnellate in quelle per rifiuti non pericolosi, e circa 1,1 milioni di tonnellate nelle discariche per rifiuti pericolosi. La quantità totale di rifiuti speciali esportata nel 2018 è pari a circa 3,5 milioni di tonnellate. I maggiori quantitativi sono destinati alla Germania e sono prevalentemente rifiuti pericolosi prodotti dalle attività di costruzione e demolizione e da impianti di trattamento dei rifiuti. I rifiuti importati sono pari a 7,3 milioni di tonnellate. L’88,4% è costituito da rifiuti non pericolosi ed il restante 1,6% da rifiuti pericolosi. I quantitativi più rilevanti, pari a 2,1 milioni di tonnellate, provengono dalla Germania. Significative sono anche le quantità importate dalla Svizzera, oltre 1 milione di tonnellate, dalla Francia, 1 milione di tonnellate e dall’Austria, circa 828 mila tonnellate. La maggior parte dei rifiuti importati è costituita da rifiuti metallici destinati al recupero, principalmente in impianti produttivi localizzati in Friuli Venezia Giulia e in Lombardia.

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