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Il Consiglio di Amministrazione di TIM ha approvato l’informativa finanziaria del Gruppo al 30 settembre 2019.

I risultati dei primi nove mesi dell’esercizio hanno consentito di anticipare il raggiungimento dell’obiettivo di riduzione dell’indebitamento di circa tre mesi e confermano l’accelerazione impressa dal management sulla capacità realizzativa in un contesto competitivo complesso.

L’operating free cash flow ha raggiunto 2,2 miliardi di euro, registrando un miglioramento di 791 milioni di euro rispetto allo stesso periodo del 2018, grazie alla continua riduzione dei costi e all’ottimizzazione della gestione del capitale circolante. L’equity free cash flow si è attestato a 1,2 miliardi di euro, con un incremento di oltre 1 miliardo di euro anno su anno.

Conseguentemente l’indebitamento finanziario netto al 30 settembre si è ridotto di 958 milioni di euro da fine 2018 e di 419 milioni di euro rispetto al 30 giugno 2019, attestandosi a 24,3 miliardi di euro.

Nei primi nove mesi i ricavi da servizi di Gruppo, al netto del contributo di Telecom Italia Sparkle, sono stati pari a 11,8 miliardi di euro,  mentre i ricavi totali hanno raggiunto i 13,4 miliardi di euro.

L’EBITDA reported di Gruppo è stato di 6 miliardi di euro, con un incremento del 4% anno su anno grazie alla prosecuzione delle azioni di ottimizzazione dei costi e ad un saldo positivo delle partite non ricorrenti che hanno beneficiato per 693 milioni di euro dell’esito favorevole per TIM Brasil dei contenziosi relativi a una doppia imposizione fiscale, in parte controbilanciati da 393 milioni di euro relativi  ad accantonamenti.

L’indicatore EBITDA reported – CAPEX ha raggiunto i 3,7 miliardi di euro, con un incremento del 12,5% anno su anno, beneficiando delle azioni di continuo miglioramento nelle condizioni e nei termini di spesa nonché dei livelli di coverage già raggiunti sulle componenti fisso e mobile.

Il risultato netto reported attribuibile ai soci della controllante si è attestato a 852 milioni di euro.

Nel terzo trimestre 2019 i ricavi da servizi sono stati pari a 4.061 milioni di euro, registrando un calo di 244 milioni di euro rispetto al terzo trimestre 2018 influenzato dalla consistente riduzione dei contratti relativi a servizi di Wholesale Internazionale a marginalità bassa o nulla avviata a inizio anno. Al netto di quest’ultimo effetto, l’andamento dei ricavi da servizi, rispetto all’anno precedente, si è attestato a -4% anno su anno a livello di Gruppo e -6,1% per il Domestic.

I ricavi totali di Gruppo nel terzo trimestre sono stati pari a 4.429 milioni di euro.

In Italia, nel mobile prosegue il trend di incremento dell’ARPU, cresciuto rispetto al trimestre precedente da 12,5 euro per linea/mese a 12,9 euro. Un ulteriore segnale di miglioramento del mercato si legge nell’attenuazione del fenomeno della Mobile Number Portability, che ha registrato una flessione del 42% su base annua nonostante la persistente elevata competizione nel segmento di mercato più sensibile al prezzo. Il numero complessivo delle linee mobili di TIM si è attestato a 31,3 milioni a fine settembre, in leggera flessione rispetto al trimestre precedente e con un tasso di disconnessione in miglioramento rispetto al terzo trimestre dello scorso anno. La decisione di ridurre la vendita di device mobili con marginalità nulla o negativa ha comportato significativi benefici a livello di EBITDA.

Nel fisso è stata adottata una politica commerciale che ha messo in campo diverse novità in termini di offerta, senza interventi di incremento dei prezzi sulla base clienti. Ciò si è tradotto in una riduzione del tasso di disconnessione dal 6,1% del secondo trimestre al 4,4%, in un’ulteriore crescita degli abbonati ai servizi a banda larga e nella continua migrazione della base clienti verso la banda ultralarga. Le linee fibra, retail e wholesale, hanno raggiunto i 6,6 milioni di unità, registrando un incremento del 36% anno su anno e del 4% rispetto al trimestre. Nel segmento business è proseguita la crescita dei ricavi da servizi innovativi alle imprese basati su tecnologie digitali, confermando e consolidando la leadership di TIM nel segmento ICT sia in termini di offerta, sia di presenza nel mercato.

Si segnala la buona performance del Wholesale Domestico che ha registrato un incremento dei ricavi da servizi del 2,5% YoY, per effetto della citata migrazione dei clienti da rame a fibra e della stabilizzazione delle tariffe regolamentate.                  

In Brasile TIM ha incrementato i ricavi da servizi del 3% anno su anno, grazie alle politiche commerciali attuate nel segmento mobile e nonostante le avverse dinamiche macroeconomiche e di mercato, confermando la guidance.

L’EBITDA After Lease di Gruppo è stato pari a 1,9 miliardi di euro.

L’EBITDA organico di Gruppo è stato pari a 2 miliardi di euro, con un margine sui ricavi del 44,6% grazie alle azioni di contenimento dei costi. L’EBITDA della business unit Domestic è stato pari a 1,6 miliardi di euro, mentre l’EBITDA di TIM Brasil è cresciuto del 6,8% anno su anno.

A livello di Gruppo gli investimenti del terzo trimestre ammontano a 795 milioni di euro, di cui 585 milioni di euro in Italia. In termini di offerta di servizi di connettività fissa e mobile, TIM offre infrastrutture che consentono di classificare l’Italia al di sopra della media europea con una copertura delle reti ultrabroadband fisse del 90%. In particolare TIM raggiunge circa il 99% della popolazione con il 4G e l’80% con la fibra, ed è impegnata a coprire l’intero Paese con lo sviluppo di fibra, 5G e Fixed Wireless Access. Oltre il 40% della rete consente ai potenziali clienti fibra di navigare ad una velocità superiore a 100 mbps e circa l’80% ad una velocità superiore a 50 mbps. TIM ha annunciato recentemente l’avvio di un progetto su scala nazionale che coinvolgerà 107 comuni per la diffusione delle conoscenze e competenze necessarie ad utilizzare internet e gli strumenti digitali, con l’obiettivo di di ridurre il digital divide che ancora interessa una quota importante della popolazione italiana.

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