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Una nuova ricerca condotta da Blue Yonder, che ha coinvolto consumatori europei e statunitensi nei mesi di marzo e aprile, evidenzia come i comportamenti di acquisto dei consumatori siano cambiati durante la pandemia COVID-19.

In entrambi i continenti è emerso che il settore della vendita al dettaglio di generi alimentari è stato letteralmente inondato dagli ordini online. Questo cambiamento di abitudini di acquisto ha portato pesanti conseguenze al servizio offerto dai grocer, in particolare in ambito di ritardi e disponibilità dei servizi di consegna.

Stati Uniti: quasi tre quarti (74%) dei consumatori intervistati nel mese di aprile hanno affermato che stavano facendo più acquisti online che in negozio in risposta al COVID-19, in crescita rispetto al 57%, dato emerso dalla stessa ricerca condotta nel mese di marzo.

Stati Uniti: sulla base dei risultati dell’indagine di aprile, oltre i due terzi dei consumatori statunitensi continuano ad acquistare generi alimentari in negozio nonostante la pandemia di COVID-19. Tra i consumatori statunitensi che hanno usufruito della consegna a domicilio di generi alimentari, più della metà ha dichiarato che ci sono stati ritardi, e il 28% ha affermato che la consegna ha subito oltre tre giorni di ritardo.

Europa: quasi due terzi degli acquirenti che stanno spendendo di più online per la spesa quotidiana affermano che continueranno a farlo anche una volta che la crisi sarà superata.

Europa: lo shopping in negozio continuerà a svolgere un ruolo importante nel mondo post COVID-19, tuttavia il 19% degli intervistati ha dichiarato che probabilmente visiterà i negozi di alimentari e largo consumo meno di quanto facesse prima, un dato che sale al 27% per le altre tipologie di negozi.

“I servizi di consegna di generi alimentari  e di  largo consumo online hanno visto una grande tendenza al rialzo e attirato molti nuovi clienti, a causa delle restrizioni imposte dall’emergenza sanitaria. L’esperienza iniziale dei nuovi clienti è probabile che influenzi la loro decisione di utilizzare nuovamente questo servizio in futuro, quindi è fondamentale che sia positiva”, ha dichiarato JoAnn Martin, vice president, retail industry strategist, Blue Yonder.

“È chiaro che il comportamento di acquisto online e in negozio cambierà a seguito della pandemia COVID-19”, ha affermato Wayne Snyder, vice president, retail strategy EMEA, Blue Yonder. “Da un lato, molti retailer dovranno incrementare le operazioni di fulfilment online per soddisfare la crescente domanda e le aspettative dei clienti. Dall’altro, dovranno considerare attentamente per il futuro processi adeguati a reagire rapidamente, ma in modo efficiente, alle  mutevoli esigenze della domanda per servizi e attività online e offline.”

La disponibilità delle scorte è stata una delle principali sfide che i retailer si sono trovati ad affrontare durante la pandemia COVID-19.

Stati Uniti: quasi nove consumatori su dieci si sono confrontati con la mancata disponibilità di prodotti.

Stati Uniti: tre quarti hanno dichiarato di essere più propensi ad acquistare lo stesso prodotto da un rivenditore diverso nel caso fosse esaurito presso quello abituale, mentre il 78% ha affermato che preferiva comprare un prodotto di un’altra marca presso lo stesso retailer, se quello del brand desiderato era esaurito.

Europa: il 38% degli acquirenti ha dichiarato che, rispetto all’inizio della crisi COVID-19, capita più spesso che i loro articoli e brand preferiti siano esauriti presso la GDO.

Europa: i consumatori hanno indicato che prima della crisi ritenevano prioritari, nell’ordine prezzo, gamma di prodotti e disponibilità di stock. I dati equivalenti per l’Italia sono: prezzo, disponibilità delle scorte e gamma dei prodotti. Ora invece, la disponibilità dei prodotti è balzata al primo posto, seguita da prezzo e gamma di prodotti. Anche in Italia si colloca al primo posto la disponibilità dei prodotti, seguita da prezzo e dalla prossimità del negozio. Questo dato mette in evidenza la rilevanza della prossimità per i consumatori Italiani, che per gli intervistati europei si colloca invece tra il quarto e il quinto posto.

“I modelli di acquisto stanno cambiando, e stiamo assistendo a una rinascita della grande spesa settimanale. È chiaro che i consumatori sono disposti a scendere a compromessi sul prodotto e sul prezzo, a condizione che gli articoli di cui hanno bisogno siano disponibili. I retailer devono pensare all’effetto che questo cambiamento di comportamento avrà e adeguare di conseguenza gli assortimenti dei prodotti, per esempio trovando il giusto bilanciamento tra fresco e prodotti a lunga conservazione”, ha aggiunto Martin.

I risultati chiave hanno rivelato che in Europa quasi la metà dei consumatori spende di più per i generi alimentari da quando sono state messe in atto le misure per combattere il COVID-19, con oltre un terzo che ha dichiarato di aver aumentato gli acquisti di generi alimentari online. In Italia il 44% degli intervistati ha dichiarato di aver aumentato gli acquisti online di generi alimentari, e il 40% quelli online di generi non alimentari Il COVID-19 avrà chiaramente un impatto a lungo termine sulle modalità di acquisto di prodotti non alimentari. In Europa, più della metà dei consumatori ha ridotto le spese di abbigliamento da quanto sono state messe in atto le restrizioni contro il COVID-19. C’è stata una tendenza simile per i settori fai da te ed elettronica, che hanno registrato una diminuzione della spesa rispettivamente da parte del 40% e 45%. Comprensibilmente, il settore sanitario ha invertito il trend, con il 23% degli acquirenti che ha detto di aver speso di più durante questo periodo.

“La preoccupazione costante per i retailer è il rischio che gli acquirenti spendano meno o non visitino i negozi con la stessa frequenza. Per avere successo, le supply chain dei retailer devono essere pronte a fornire ai consumatori i prodotti che desiderano, online o in negozio, nel modo più efficiente possibile. Questo renderà necessario migliorare le capacità di previsione e avere una maggiore visibilità delle supply chain rispetto al passato. L’Intelligenza artificiale e il machine learning  possono svolgere un ruolo importante non solo nell’aiutare i rivenditori ad anticipare meglio la domanda, ma anche nell’identificare e risolvere i problemi a un livello più granulare”, ha concluso Snyder.

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