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Per il terzo anno consecutivo Faber rinnova il suo sostegno a RisorgiMarche, il festival di solidarietà per la rinascita delle comunità colpite dal sisma nel 2016.
La partecipazione dell’azienda alla kermesse vivrà quest’anno un momento particolarmente intenso e significativo: l’11 luglio proprio a Fabriano infatti è prevista la prima tappa dell’iniziativa. Per celebrare l’evento, è stata creata dallo chef Andrea Mainardi, brand ambassador dell’azienda, e Neri Marcorè, ideatore e direttore artistico della manifestazione, l’originale ricetta del panino RisorgiMarche. Cucinato utilizzando Galileo, l’innovativo piano cottura a induzione aspirante hero product del catalogo Faber, il panino è un delizioso accostamento di prodotti tipici marchigiani che chiunque potrà replicare: un modo per sostenere i territori colpiti dal sisma attraverso le eccellenze gastronomiche e sottolineare l’importanza di rilanciare le attività agro-alimentari che sono parte integrante del tessuto economico della regione, in perfetta sintonia con i principi ispiratori di RisorgiMarche.
Per vivacizzare l’appuntamento dell’11 luglio, Faber realizzerà numerose iniziative che animeranno le vie della città durante il dopofestival: il calendario propone una serie di iniziative per tutti, dalle attività per i bambini alle esibizioni del pluripremiato team di ginnaste ritmiche della “Faber Ginnastica Fabriano” che renderanno la serata davvero memorabile e amplificheranno, con le altre iniziative, le emozioni che RisorgiMarche si propone di regalare.
“Sposiamo con entusiasmo il progetto di RisorgiMarche che ci ha visto presenti fin dalla prima edizione e che quest’anno vive a Fabriano la tappa inaugurale, particolarmente emozionante e significativa” – afferma Dino Giubbilei, Direttore Marketing di Faber – “Il legame con il territorio caratterizza da sempre la nostra azienda: crediamo nelle potenzialità delle Marche e della sua gente che ha contribuito in modo decisivo allo sviluppo di Faber. I valori veicolati dal progetto di RisorgiMarche ci consentono di manifestare la nostra appartenenza alla comunità ed è solo un piccolo contributo per dimostrare in modo attivo la vicinanza ai territori colpiti dal terremoto”.

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